Disegni di Giovanni Battista Baldi per la Colleggiata di Pieve di Cento
Disegni di Giovanni Battista Baldi per la Collegiata di Santa Maria Maggiore di Pieve di Cento
Presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna sono conservati otto disegni eseguiti dal pittore veronese Giovanni Battista Baldi, forse identificabili con quelli venduti alla Pinacoteca nel 1915 dal pievese Pompeo Fortini, 1 riguardanti decorazioni scenografiche d’impronta architettonica e riferibili a contenitori ecclesiastici. Quattro di questi disegni sono firmati dall’artista (inv. 4346, 4347, 4348, 4349), i rimanenti esemplari sono stati assegnati al maestro, sulla base dell’analisi stilistica, da Lucia Marinig (inv. 4312, 4318, 4319, 4321). 2 Questo corpus è da considerarsi al momento l’unica documentazione grafica del pittore.
Le prove sono caratterizzate da elementi comuni: forme architettoniche definite con cura e impreziosite da finti stucchi di matrice rococò, dipinti a grisaille, resi più spiritosi dalla presenza di vistosi vasi fioriti e ghirlande in cui prevalgono le gradazioni del rosso e del verde. Essi rappresentano una sorta di marchio distintivo di Baldi, retaggio della tradizione veronese settecentesca dei soggetti floreali per i quali erano celebrati Felice Bigi da Parma, considerato il caposcuola, Domenico Levo e Giambattista Bernardi. 3
In questa sede si prenderanno in esame, in via prioritaria, due disegni collegati alla chiesa di S. Maria Maggiore di Pieve di Cento (inv. 4346 e 4347), sottolineando la particolare freschezza delle prove grafiche a confronto con la decorazione esistente, caratterizzata da semplificazioni attribuibili allo stesso artista in fase esecutiva e la cui lettura risulta tra l’altro ora in parte compromessa sia da un generale annerimento delle pareti che dall’inserimento, nella parte centrale dell’abside, dell’organo realizzato negli anni Cinquanta del Novecento.
La Collegiata di Pieve, attestata dall’età tardo-medievale, conserva al proprio interno innumerevoli capolavori d’arte di varie epoche che la rendono uno degli edifici di culto più interessanti della pianura bolognese.4 Risale al 1702-1710 l’attuale assetto architettonico della chiesa, progettato dai modenesi Giuseppe e Silvestro Campiotti. La forma della pianta è a croce latina e presenta una cupola nel punto di congiunzione dei bracci ed un’abside semidecagonale, unico elemento superstite di una più antica costruzione. All’interno si trova una sola navata fiancheggiata da tre altari per parte, mentre due cappelle concludono i lati del transetto. 5
Era stato Guardassoni, da considerarsi l’impresario della commissione, a intraprendere, insieme a Luigi Samoggia, la decorazione parietale interna nel 1868, partendo dalla cappella del Crocifisso (a sinistra dell’altare maggiore per chi entra). Il primo artista fornì il disegno dell’ancona e dipinse i tre scomparti della volta con Cristo portacroce, Cristo risorto e Angelo con calice davanti a Cristo, mentre Samoggia si occupò degli ornati minori. L’abbellimento dell’edificio si protrasse nel tempo e Guardassoni realizzò una Gloria nel catino absidale ed i quattro santi protettori di Pieve nei pennacchi della cupola ricevendo nel 1878 seicentocinquanta lire e l’anno dopo altri ottocento, facendosi aiutare anche da Marco Tonelli, pittore poco noto che si occupò parzialmente dell’ornato.6 A quella data entrò in campo anche Baldi chiamato a completare la decorazione dell’abside, dell’area presbiteriale e della cappella alla sua destra, oltre alla navata. I lavori terminarono nel 1883 quando Guardassoni, al quale spetta pure la figura della Fede al centro della volta della stessa cappella, venne saldato con una somma ulteriore di mille lire. Probabilmente non ci è pervenuta la documentazione completa circa i pagamenti, sta di fatto che Giovanni Battista Baldi in due circostanze, nel 1878 e nell’anno seguente, al momento di ricevere il denaro dall’arciprete Calzolari, dichiarava trattarsi di un acconto delle complessive quattromila lire a lui spettanti.
Baldi nacque a Castelnuovo, in provincia di Verona, nel 1837 e morì a Bologna nel 1920. Non sappiamo quando si sia trasferito, ma la sua preparazione professionale deve essersi compiuta nella zona d’origine, in quanto egli non figura tra gli studenti della nostra Accademia di Belle Arti, della quale fu in seguito eletto socio d’onore.7 E’ probabile una sua frequentazione, intorno alla metà dell’Ottocento, dell’Accademia di Verona, “che permane bene o male funzionante per tutto il secolo (…) asse portante dell’identità dell’arte figurativa cittadina”. 8 Ricordiamo che nel Settecento, nella città scaligera, aveva lavorato Giambattista Tiepolo e nella seconda metà del secolo si era diffuso il quadraturismo scenografico di origine bolognese, come provano gli interni di Palazzo Ferrari, realizzati da vari artisti tra cui il maggiore allievo locale dello stesso Tiepolo, Francesco Lorenzi e l’emiliano Antonio Bibiena.9
Forse all’indomani dell’annessione del Veneto all’Italia, Baldi migrò verso sud in cerca di fortuna. La scelta fu per lui sicuramente proficua poiché, collaborando con artisti di fama come Luigi Samoggia, di cui fu allievo, e Alessandro Guardassoni trovò lavoro nelle innumerevoli chiese bolognesi che alla fine del diciannovesimo secolo venivano rinnovate.10 La prima attestazione di una sua impresa in città risale al 1870, quando il pittore veronese eseguì la decorazione parietale della cappella maggiore della chiesa di S. Giovanni dei Celestini, intervento di cui rimane un disegno attribuitogli da Marinig, su cui torneremo (inv. 4312). 11
Tra il 1872 e il 1892 operò con il Guardassoni nella chiesa di S. Caterina di Strada Maggiore di Bologna. 12 Di certo nel 1881 egli abitava in città, in via S. Felice, come ha appurato Gabriella Sapori nel corso delle sue ricerche sulla decorazione della chiesa parrocchiale di Minerbio eseguita dal maestro, tra il 1878 e il 1880 insieme agli allievi Aristide Reggiani ed Enrico Mandelli.13 A quelle date Baldi era all’apice della carriera, considerato che mentre il 10 aprile 1878 sottoscriveva il contratto per l’esecuzione di ornamenti da effettuare nella suddetta chiesa, il 22 maggio era all’opera nella Collegiata di S. Maria Maggiore di Pieve di Cento e nell’ottobre del 1880 si trovava a San Giovanni in Persiceto per abbellire la chiesa principale dedicata al Battista.14
Nel 1882 lavorava nella chiesa della SS. Trinità (ove tornò a più riprese fino al 1901) e contemporaneamente in quella di S. Procolo di Bologna producendo disegni preparatori, ancora conservati presso la Pinacoteca (inv. 4319). L’anno successivo Baldi ornò il catino absidale della pieve di Castel di Casio, dedicata ai Ss. Quirico e Giulitta. 15 La chiesa bolognese di S. Maria Maddalena venne decorata nel 1895, in collaborazione con il figurista Virginio Monti. L’anno successivo l’artista veneto era all’opera nella parrocchiale di S. Savino di Crespellano, e in seguito intervenne anche in quella di S. Isaia di Bologna e suoi quadri si trovano in S. Paolo di Ravone. In Veneto abbellì la cupola del santuario di Nostra Signora del Pilastrello di Lendinara (Rovigo).16
Un ritratto inedito del pittore è custodito nella canonica della Collegiata persicetana e venne eseguito dal figlio Carlo, come testimonia anche un’iscrizione sul retro. Il volto severo e un po’ accigliato è quello di un uomo sui sessanta anni ancora vigoroso e determinato, la fronte è stempiata e la bocca incorniciata da barba e baffi.17
Nell’archivio parrocchiale della chiesa Collegiata di S. Maria Maggiore di Pieve di Cento è conservata la documentazione relativa a pagamenti, corrisposti tra il 1878 e il 1883, a favore di Giovanni Battista Baldi per la decorazione interna del luogo di culto, annotazioni che in passato mi sono servite per accertare il contributo del pittore, ignorato dalla storiografia locale.18
Dagli appunti emerge come a volte il pittore mandasse degli emissari dal parroco per il ritiro dei soldi a lui spettanti, essendo egli impegnato in altre attività.19
“Pieve 22 Maggio 1878
Ho ricevuto dal Sig(or). Arciprete in acconto del lavoro ornato che si sta eseguendo in sua Chiesa £. 400 quattrocento quale aconto.
Dico £. 400
Giam Batt(ist)a Baldi”
“Pieve 5 Sett(embre) 1878
Ho ricevuto dall’Arciprete D(on) Angelo Calzolari lire duecento cinquanta £. 250 in acconto di maggior somma dovutami per lavori eseguiti in ornato nella Chiesa Collegiata di S(anta) Maria Mag(gio)re.
Dico £. 250
Giam Batt(ist)a Baldi”
“Pieve di Cento 30 Novembre 1878
Confesso io sottoscritto d’aver ricevuto dal Sig(or) D(on) Angelo Calzolari Arciprete della Pieve lire centocinquanta in acconto delle quattromila lire dovutemi per lavori di pittura eseguiti.
Dico £. 150
Giam Batt(ist)a Baldi”
“Pieve 22 Settembre 1879
Confesso io sottoscritto d’aver ricevuto dal Sig(or) Arciprete di Pieve lire seicento tredici e centesimi venti £. 613:20 in acconto delle lire quattromila lire dovutemi per lavori d’ornato eseguiti.nella Chiesa Collegiata di Pieve di Cento.
Dico £. 613.20
Giam Batt(ist)a Baldi”
“Da Monsignore Arciprete, Confesso d’aver ricevuto £. 270 a conto del mio avere per ristauri fatti nella Chiesa arcipretale della Pieve di Cento
dico £. 270
in fede
Gian Battista Baldi
Bologna li 11 Novembre 1879”
“Minerbio 17 9mbre (18)79
Rev(erendissi)mo Monsignore
Colgo questa ocasione per annunciarle che ho ricevuto la somma di lire 270 duecentosettanta che Ella ha voluto favorirmi, la ringrazio infinitamente.
Gradisca un sentimento di profonda e sincera riverenza, […] la prego dei miei saluti a tutta la sua cara famiglia, mentre mi dichiaro pieno di stima di Lei.
Umlis(si)mo Servitore
Giam Batt(ist)a Baldi”
“A mezzo del Sig(or). Dorgognoli ricevo la somma di Lire quattrocento (400) e questi mi sono rimessi dal Molto Re(eren)do Sig(or) arciprete D(on) Angelo Calzoari della Pieve di Cento. La sudetta somma è in acconto di lavori eseguiti nella di lui chiesa.
In fede dico Ital(iane) Lire (400)
Giam Batt(ist)a Baldi
Bologna 5 8bre 1880”
“S(an) Giovanni Persiceto 27 8bre 1880
Dichiaro di ricevere oggi per mezzo del Signor Paolo Corsolini (?) la Somma di Itali(ane) Lire Duecento (200) speditemi dal Molto R(reverendo) Signor Arciprete D(on) Calzolari di Pieve di Cento e queste in acconto del mio avere
dico Lire (200)
Giam Batt(ist)a Baldi”
“Pieve li 11 Dicembre 1880
Confesso d’aver ricevuto dal Sig(or) Arciprete D(on) Ang(elo) Calzolari la somma di italiane lire duecento
£. 200 a saldo della rata dovutagli per l’annata 1880.
dovutemi per lavori d’ornato eseguiti.
D(ico).
Giam Batt(ist)a Baldi”
“Bologna 19 Maggio 1881
a/(no)m(e) del Sig. sudetto
ricevo dal molto Rev(eren)do Sig(no)r Don Angelo Calzolari Arciprete della Pieve di Cento, e per conto del Sig(no)r Gio(vanni) Battista Baldi la somma di Italiane lire trecentocinquanta
Dico £. 350
per il sig(no)r Gio(vanni) Battista Baldi
P.(…)o Girotti”
“Pieve li 15 Settembre 1881
Ho ricevuto io sottoscritto dal Sig(or) Arciprete D(on) Ang(elo) Calzolari la somma di lire duecentocinquanta £. 250 da consegnare al Sig(no)r Baldi Giambattista.
Dico £. 250
Reggiani Aristide”
“ Pieve 29 Dicembre 1883
Ho ricevuto dal Sig(or) D(on) Angelo Calzolari Arcip(rete) di Pieve a mano del Sig(nor) Accorsi Droghiere £. 400 quattrocento in conto di maggior somma dovutami per lavori eseguiti nella Chiesa di S(anta) Maria Mag(giore) di Pieve.
Dico £. 200
Giam Batt(ist)a Baldi”
Cominciamo l’analisi del disegno più completo e di maggiori dimensioni.
Giovanni Battista Baldi, Porta e motivi decorativi, penna, inchiostro nero, pennello, acquerello, matita nera, su carta beige, mm 854 x 444, inv. 4347 © Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto Disegni e Stampe
Disegno preparatorio per la decorazione interna della chiesa Collegiata di S. Maria Maggiore di Pieve di Cento, mm 854 x 444, penna, inchiostro nero, pennello, acquerello, matita nera su carta beige (inv. 4347).20
Il disegno è stato eseguito con acquerelli policromi, dalle delicate tonalità, su due fogli di carta incollati e si riferisce alla parete laterale e alla volta a botte della cappella destra, ai lati del presbiterio, dedicata al Santissimo Sacramento.
Nella parte inferiore del foglio troviamo tracce, a matita, della “scala” servita al Baldi come “gabbia” per impostare la decorazione. L’autore pone al centro della decorazione parietale una porta sormontata da un frontone centinato, la cui ombra suggerisce l’impressione del rilievo, su cui siedono due angioletti dall’incarnato rosaceo disposti ai lati della “Fede” abbozzata entro un ovale tutto incorniciato da paraste e cornici mistilinee. Egli intercala elementi architettonici quali zoccoli, porte, paraste, tendaggi, frontoni, telamoni, cornici mistilinee, spazi di varie forme geometriche con vasi di fiori grappoli d’uva, girali, candelabre d’ispirazione barocca, cornucopie, candelieri, turiboli, motivi vegetali, teste alate, bracieri, angeli simili a sfingi, medaglioni di cui uno ornato con la figura di un pellicano, simbolo cristologico, una teca con calice e ostia, putti e varie figure umane.
Colpisce come Baldi indugi sui particolari e ad esempio dipinga le paraste con piccoli tocchi di grigio, per suggerire l’idea dell’ombra propria, mentre colora il fondo di giallo, ad evocare l’oro.
In un secondo foglio incollato al primo è disegnata la proposta decorativa per la volta a botte caratterizzata da un davanzale entro cui è collocato un variopinto vaso dorato stracolmo di fiori multicolori che ricadono, a cascame, sui lati. Al di sopra si apre una specchiatura mentre ai lati proseguono, in corrispondenza delle paraste, tre decorazioni verticali dalle forme semplificate riprese dal repertorio rococò e acquerellate con leggeri tocchi di grigio e giallo su fondo ocra.
Giovanni Battista Baldi, Organo a canne e motivi decorativi, penna, inchiostro nero, pennello, acquerello, matita nera su carta avorio, mm 625×450, inv. 4346 © Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto Disegni e Stampe
Disegno preparatorio per la decorazione interna della chiesa Collegiata di S. Maria Maggiore di Pieve di Cento, mm 625×450, penna, inchiostro nero, pennello, acquerello, matita nera, su carta avorio (inv. 4346)21
Questa prova grafica non ha la stessa freschezza cromatica dell’altra, in quanto i colori risultano più scuri (prevalgono grigio, ocra e viola), ma la meticolosità del tratto è la medesima. Il progetto è relativo alla parete sinistra dell’abside e a parte della sua copertura a botte. Nella zona inferiore sinistra il pittore ha tracciato lo zoccolo marmoreo, una porta celata da una tenda, e al margine tre alte paraste con candelabre che delimitano finte pannellature, tra cui quella centrale con l’immagine di un santo vescovo. Sopra la porta è raffigurata una balaustrata, estesa fino al margine destro coincidente con il punto centrale dell’abside. Dietro ad essa Baldi ha tracciato le forme dell’organo, una parasta, una finta architettura con tenda semiaperta e l’ancona che custodisce l’immagine dell’Assunzione della Madonna di Guido Reni. L’antico dipinto, con la sua cornice, è riconoscibile, nelle sue forme essenziali, togliendo ogni dubbio sull’identificazione della chiesa.
Un finto fregio, sovrastante un architrave bipartito, divide la parete dalla volta, il cui ornato è solo parzialmente ipotizzato, e ivi campeggia una finestra circondata da variopinti vasi di fiori su tre lati, il più alto dei quali ha accanto due angioletti. Sulla sommità di questa area si trova un pannello ottagonale che racchiude due ulteriori figure angeliche librate nel cielo e recanti un mazzo di fiori. In questo punto si notano palesi rifacimenti, a discapito della qualità tecnica. A sinistra sono delineate cornici mistilinee con qualche delicato motivo vegetale e, all’interno di un piccolo medaglione, una testa alata.
E’ interessante il confronto tra questi disegni di Baldi e i due schizzi, già noti, raffiguranti Studi di angeli relativi alla decorazione absidale, e un terzo disegno con San Giuseppe Calasanzio per uno dei pennacchi della cupola, di mano di Alessandro Guardassoni.
Dal loro confronto stilistico possiamo notare come quest’ultimo maestro, con tratto veloce, indugi sulle figure, rappresentandole in maniera isolata, mirando, come ha sottolineato Alessandro Zacchi, alla massima economicità e semplificazione. Baldi, invece, progetta con scrupolosa attenzione il contesto scenografico ornamentale caratterizzato da un minuto studio dei dettagli e degli effetti cromatici. 22
Figura 1: Giovanni Battista Baldi, Motivo decorativi, penna, inchiostro bruno, pennello, acquerello, matita nera su carta color camoscio, mm 279 x 200, inv. 4348 © Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto Disegni e Stampe
Figura 2: Giovanni Battista Baldi, Architettura illusionistica e motivi decorativi, penna, inchiostro bruno, acquerello, su carta marroncina, mm 350 x 285, inv. 4349 © Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto Disegni e Stampe
Gli altri due disegni della Pinacoteca di Bologna (inv. 4348 e 4349) che portano la firma di Baldi, non risultano al momento riferibili a decorazioni specifiche, ma sono entrambi attinenti a dei soffitti: l’uno mostra un sottarco e una volta sfondata, vista in modo parziale, l’altro una finta balaustra, con due vasi di fiori, che incornicia, su tre lati, l’azzurro del cielo. Entrambi sono permeati dallo stile rococò, e presentano un raffinato gioco tra finte architetture e stucchi monocromi di forme curvilinee sui quali spiccano rametti e vasi di fiori policromi, che sembrano non mancare mai nelle prove di Baldi.
Figura 1: Giovanni Battista Baldi, Studio architettonico, penna, inchiostro bruno, pennello, acquerello, matita nera su carta avorio, mm 307×389, inv. 4318 © Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto Disegni e Stampe
Figura 2: Giovanni Battista Baldi, Studio architettonico, penna, inchiostro grigio, pennello, acquerello, matita nera su carta color camoscio, mm 553×385, inv. 4321 © Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto Disegni e Stampe
Lucia Marinig, con acume, ha attribuito a Baldi altri due disegni (inv. 4318 e 4321), tradizionalmente assegnati a Luigi Samoggia e riconosciuti come preparatori per la decorazione della chiesa bolognese della SS. Trinità: il primo mostra due campate della volta a botte della navata, il secondo uno dei pilastri che sostengono la volta a crociera. Entrambe le prove si distinguono per una certa aderenza alle decorazioni esistenti e non mancano ghirlande policrome in evidenza rispetto al resto del tracciato a grisaille su fondo d’oro.
Giovanni Battista Baldi, Altare e motivi decorativi, penna, inchiostro bruno, pennello, acquerello, matita nera su carta avorio, mm 304×251, inv. 4319 © Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto Disegni e Stampe
Una terza prova (inv. 4319) è riferita alla chiesa di S. Procolo ed illustra uno studio per la terza cappella destra, di pregevole fattura, ma purtroppo lavori eseguiti nel 1961 hanno causato la perdita delle pitture murali.
Giovanni Battista Baldi, Architettura illusionistica e motivi decorativi, penna, inchiostro bruno, pennello, acquerello, matita nera su carta avorio, mm 301×395, inv. 4312 © Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto Disegni e Stampe
Un quarto foglio (inv. 4312), assegnato un tempo ad Antonio Spagnoli, si riferisce alla chiesa di S. Giovanni Battista dei Celestini. Questo riporta un progetto decorativo per un segmento centrale di parete che prevede una soluzione illusionistica a finta loggia con immancabile vaso di fiori e putto reggicortina.
Note
Bibliografia
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Leopardi 1981
L. Leopardi, La chiesa arcipretale di Crespellano e la sua vetusta storia, s.l., 1981.
Degli Esposti 1983
C. Degli Esposti, San Procolo. Il Santo. La chiesa. La parrocchia, Bologna, 1970.
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S. Marinelli, La pittura del Settecento a Verona, in La Pittura in Italia. Il Settecento, tomo primo, Milano, 1990, pp. 136-145.
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S. Marinelli, Tra Lombardia e Veneto: la pittura dell’Ottocento a Mantova e a Verona, in La Pittura in Italia. L’Ottocento, tomo primo, Milano, 1991, pp. 156-168.
Gli affreschi della Pieve di Casio 1995
Gli affreschi della Pieve di Casio 1995, in “Nueter”, 1995, n. 42, pp. 279-83.
Bologna 1997
Alessandro Guardassoni (Bologna 1819-1888). Disegni bozzetti ed altre cose, catalogo della mostra a cura di A. Zacchi (Bologna 1997), Bologna 1997.
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L. Marinig, Disegni di ornato ottocenteschi nella Pinacoteca Nazionale di Bologna, Tesi di Specializzazione in Storia dell’Arte, Università degli Studi di Bologna, a.a. 1997-98, relatore A. Forlani Tempesti.
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La Collegiata di S. Maria Maggiore di Pieve di Cento. Crocevia tra religione, istituzioni e società cittadine (sec. XIII-XX), a cura di G. Campanini e A. Samaritani, Bologna, 1999.
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M. Fanti, G. Fornasini, La chiesa della SS. Trinità di Bologna, Bologna, 2001.
Faietti 2002
M. Faietti, Una storia recente e i suoi protagonisti. La collezione del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna, in M. Faietti (a cura di), I grandi disegni italiani della Pinacoteca Nazionale di Bologna, Cinisello Balsamo, 2002, pp. 11-85.
Giumanini 2002
M. L. Giumanini, Tra disegno e scienza. Gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (1803-1876), Bologna, 2002.
La Pinacoteca Civica di Pieve Cento 2004
La Pinacoteca Civica di Pieve Cento. Catalogo delle opere dal XIII al XIX secolo, a cura di E. Rossoni, Argelato, 2004.
Sapori 2004
G. Sapori, G. F. Dotti. La chiesa arcipretale di San Giovanni Battista a Minerbio, Bologna, 2004.