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Un disegno di Omar Galliani per la Pinacoteca Nazionale di Bologna

Premessa

Il Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca conserva un consistente gruppo di disegni di importanti autori dei secc. XV-XIX, ma risulta quasi privo di testimonianze grafiche del XX secolo [1]Il fascino discreto del disegno 2025.. Se la recente donazione di Alessando Zacchi, avvenuta nel 2024, oggetto della mostra in corso Il fascino discreto del disegno [2]I grandi disegni 2002., supplisce in parte a queste mancanza, è del 2017 la cessione di un disegno di grandi dimensioni di Omar Galliani alla Pinacoteca. L’opera è pervenuta in collezione a seguito di un confronto tra l’artista e il Museo che ha selezionato, rispetto alla ricca produzione dell’artista, un’opera rappresentativa della sua attività, in particolare da leggersi in relazione alla tradizione bolognese. Sui tuoi passi, infatti, come precisa nella sua analisi critica il seguente testo di Eleonora Frattarolo, si pone in dialogo con l’opera di Giorgio Morandi, di cui la Pinacoteca conserva diverse incisioni (figg. 1-2) che fanno parte dell’importante fondo di stampe europee del Novecento di Luciana Tabarroni [3]L’Europa a Bologna 2003. 

Elena Rossoni

Fig. 1: Giorgio Morandi, Paesaggio sul Savena, acquaforte, Musei Nazionali di Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto Disegni e Stampe, inv. TIP. 30960

Fig. 1: Giorgio Morandi, Paesaggio con il grande pioppo, acquaforte, Musei Nazionali di Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto Disegni e Stampe, inv. TIP 30957

Sui tuoi passi

Ho davanti a me Sui tuoi passi, silente paesaggio notturno eseguito a carboncino su carta intelata (fig. 3) [4]Omar Galliani, Sui tuoi passi, carboncino su carta intelata, 1986, cm. 220x125. Il disegno è stato esposto nelle mostre L’opera al nero 2014, e in Galliani incontra Morandi 2014. in cui Omar Galliani sostanzia per mezzo di un enigma la propria idea di Natura, nucleo tra i più significativi in un codice stilistico e poetico connotato da molteplici declinazioni e assoluta coerenza. Come avverrà in modo continuativo negli anni successivi, muovendo dal paesaggio “interiore” di origine classica, qui Galliani rappresenta una Natura sacra dove hanno origine e risonanza sentimenti addensati nel folto di una riplasmata “maniera nera”, che nell’educazione tecnica e visiva del nostro Artista scaturisce dallo studio della storia dell’incisione e del disegno da Vasi a Piranesi, da Goya a Redon, da Seurat a Kubin, da Gino De Dominicis a Claudio Parmiggiani… E mentre il fuoco nero di cabala del carboncino, la “luce senza bagliore” di cui in Libro d’ombra scrive Junichiro Tanizaki, si espande in un umido notturno e siderale, si assiste alla tenebra ritmica nella trama dei segni, alla quiete di sagome di alberi oscuri lontani nella notte estiva, trapunta di balenii di lucciole e stelle. Come in un sogno, un brivido di luce, un sentiero a forma di falce di luna s’innesta nel velluto della terra combusta di fusaggine. È qui, sul sentiero che sale verso il bosco, una traccia mnestica, enigma con singole lettere che in processione compongono le parole “sui tuoi passi” [5]Per l’immissione di alfabeti nel lavoro di Galliani si veda Croquis de voyage 2015.. Scrive Elémire Zolla in Aure, libro assai caro a Galliani, che veglia e sogno non sono diversi, ma hanno eguale realtà, un assunto esoterico oggi confermato peraltro dalle neuroscienze, così “sui tuoi passi” assume i contorni di un’evocazione nella connessione di passato e presente e nella conseguente delineazione di un futuro. . 

Fig. 3: Omar Galliani, Sui tuoi passi, carboncino su carta intelata, 1986, Musei Nazionali di Bologna, Pinacoteca Nazionale, Gabinetto Disegni e Stampe, inv.

Nel 2014, a cinquant’anni dalla morte di Giorgio Morandi, insieme ad altre opere eseguite da Galliani per l’occasione, volli esporre Sui tuoi passi nello studio della Casa Museo Morandi in Grizzana, territorio che ispirò al pittore bolognese gran parte dei suoi dipinti e disegni e incisioni, di paesaggio.

Fu così che in una mattina d’Aprile d’otto anni fa Omar Galliani mi diceva (curioso, quasi io e lui fossimo dentro al quadro, sul sentiero di Sui tuoi passi), mi diceva, nella prospettiva incerta di una strada in salita, che le geografie e gli spostamenti dei segni non hanno per nostra fortuna regole addomesticate dalla subordinazione storica degli eventi. E aggiungeva che sui passi della Natura, occorre procedere, sui passi di una Natura che l’uomo sta distruggendo, oscurando, bruciando. Del resto, nella stessa mostra e nella stessa circostanza commemorativa, in uno dei Fienili del Campiaro [6]O. Galliani, Paesaggio dei miei veleni, (d’aprés Fontanesi), matita nera su tavola più 25 fedi nuziali in oro, cm. 400x400. Esposto per gentile concessione della GAM di Torino. era installato Paesaggio dei miei veleni, ispirato dal Paesaggio con alberi e ruscelli di Antonio Fontanesi   [7] Il dipinto è del 1895.. E qui Galliani azionava, come accade spesso, un estensivo meccanismo della memoria, sia riattivando il nero magnetico degli inizi vulcanici del mondo di Sui tuoi passi, di vent’otto anni prima, sia creando una poderosa macchina del desiderio e della citazione, in cui passato e presente si fondono attraverso lo slancio dell’osare. Sommità d’alberi mozzati, fedi nuziali infisse nel legno del supporto a significare il matrimonio mistico tra Uomo e Natura tradito dalla follia umana, uno scenario combusto e oscuro e tragico nutrito del brillio minerale del carbonio di grafite ed esteso su tavole gigantesche come mura, spente dal carbone, metamorfosate in lavagna e striate da grafemi spiralati che precedono e sottostanno al disegno. Con Galliani si parlava della fascinazione stregata dei suoi stessi miti e simboli e allegorie, delle trasmigrazioni segniche all’interno delle sue differenti iconografie, si alludeva alla sua fenomenologia dello sguardo così abilmente, così maniacalmente creatrice di rappresentazioni emozionali. E desidero soffermarmi su quanto appena scritto, nonostante la “comunicazione” odierna abbia già da tempo svuotato in modo nauseante la parola “emozioni” riducendola a mero, stolido vettore di marketing. Lo psichiatra Eugenio Borgna scrive invece in L’arcipelago delle emozioni intorno agli “enigmi roventi alle penombre delle emozioni nella loro fenomenologia e nella loro significazione psicologica e umana” e dichiara il loro valore conoscitivo, il loro essere sorgente di conoscenza, una conoscenza altra da quella razionale, spesso indicibile a parole. Per questo, l’avvicinamento a Suoi tuoi passi prevede il silenzio che colga il fiele di mille parole mai dette, le ombre raggrumate e stese dalle dita di Galliani, che si consumano, segno dopo segno, nelle linee che scandiscono il tempo, negli addensamenti di sintagmi provenienti da altre proprie opere, eseguite nel chiuso dello studio, per non distrarsi, come lui stesso ama dire, con il giardino della natura. Non solo nella storia dell’arte, ma anche nelle scienze neurologiche si sostiene che la percezione non ha mai luogo nel presente, ma attinge dall’esperienza del passato, tanto che il biologo Gerald M. Edelman scrive di “presente ricordato” e teorizza che ogni atto di memoria è un atto d’immaginazione  [8]Edelman 2002.. Così come il neuroscienziato Antonino Cattaneo sostiene che “ogni memoria è una nuova memoria” e che “la memoria non è una fedele registrazione fisica degli stimoli esterni ricevuti durante un apprendimento, ma ha una natura intrinsecamente costruttiva” [9]Cattaneo 2021, pp.65-73.. Tornando a Galliani, un artista che lavora solo all’interno dello studio, cerca qualcosa di più e qualcosa in meno del visibile. È un visionario, che fa collimare paesaggi esteriori e paesaggi interiori rimemorando il mondo e revisionandolo. E nel recupero del ricordo, viaggia con mappe sensoriali di artista sinestetico ed errante.

Eleonora Frattarolo

Note

[1] Il fascino discreto del disegno 2025.
[2] I grandi disegni 2002.
[3] L’Europa a Bologna 2003.
[4] Omar Galliani, Sui tuoi passi, carboncino su carta intelata, 1986, cm. 220x125. Il disegno è stato esposto nelle mostre L’opera al nero 2014, e in Galliani incontra Morandi 2014.
[5] Per l’immissione di alfabeti nel lavoro di Galliani si veda Croquis de voyage 2015.
[6] O. Galliani, Paesaggio dei miei veleni, (d’aprés Fontanesi), matita nera su tavola più 25 fedi nuziali in oro, cm. 400x400. Esposto per gentile concessione della GAM di Torino.
[7] Il dipinto è del 1895.
[8] Edelman 2002.
[9] Cattaneo 2021, pp.65-73.

Bibliografia

Edelman 2002
M. Edelman, La materia della mente, Milano 2002.

I grandi disegni 2002
I grandi disegni italiani della Pinacoteca Nazionale di Bologna, a cura di M. Faietti, Cinisello Balsamo 2002. 

L’Europa a Bologna 2003
L’Europa a Bologna, catalogo della mostra a cura di J. Bentini in collaborazione con F. Farneti (Bologna 2003), Venezia 2003. 

Borgna 2008
E. Borgna, L’arcipelago delle emozioni, Milano 2008. 

L’opera al nero 2014
L’opera al nero. Omar Galliani, catalogo della mostra (Torino 2014) a cura di D. Eccher (Torino 2014), Milano, 2014.

Croquis de voyage 2015
Croquis de voyage, a cura di E. Frattarolo, Corsiero editore, Reggio Emilia 2015. 

Galliani incontra Morandi 2014
Galliani incontra Morandi, catalogo della mostra a cura di E. Frattarolo (Grizzana Morandi 2014), Ravenna, 2014. 

Cattaneo 2021
A.
Cattaneo, Ricordare il passato per immaginare il futuro: il cervello prospettico, in “Limes”, 10, 2021, pp. 65-73.

Il fascino discreto del disegno 2025
Il fascino discreto del disegno. La donazione della collezione Alessandro Zacchi alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, catalogo della mostra a cura di M. Faietti. E. Rossoni e M. Cavalli (Bologna 2025), Bologna 2025.

Indice
Eleonora Frattarolo, Elena Rossoni
Un disegno di Omar Galliani per la Pinacoteca Nazionale di Bologna
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